• Oculista Catania
    Dr.ssa Manuela Pulvirenti
    Oculistica e Chirurgia
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Oculistica Catania
L'ambulatorio di oculistica impegna specialisti esperti nella cura di tutte le malattie dell'occhio. Migliorare la qualità della vita attraverso il miglioramento della vista.

SERVIZI

E’ possibile rivolgersi alla dott.ssa Manuela Pulvirenti per diversi servizi medici e chirurgici. Particolare interesse viene rivolto all’oculistica pediatrica, per la prevenzione e cura dell’occhio pigro (ambliopia) e dello strabismo, e delle patologie oculari dell’infanzia in generale. Inoltre si pone attenzione nella diagnosi e correzione dei difetti refrattivi, miopia, ipermetropia, astigmatismo, presbiopia. La correzione con laser ad eccimeri dei principali difetti di vista (miopia, ipermetropia, astigmatismo) viene effettuata mediante tecnica PRK e con l’innovativa femtoLasik, metodica rapida, sicura ed efficace. Nei casi non idonei al laser, si può valutare l’impianto di IOL fachiche. Viene offerta la possibilità di praticare diverse procedure laser, come la capsulotomia YAG laser per la cataratta secondaria o la trabeculoplastica laser per la cura del glaucoma. Nel caso del cheratocono, si avvale dell’innovativa metodica del cross-linking per la stabilizzazione della malattia. La chirurgia della cataratta viene eseguita con il metodo della facoemulsificazione ed è possibile valutare l’opportunità di impianto delle nuove IOL premium.

 

BIOMICROSCOPIA

Mediante l’uso di lampada a fessura, dotata di microscopio, è possibile studiare ad alto ingrandimento le strutture anteriori dell’occhio, le palpebre, la congiuntiva, la cornea, la camera anteriore, l’iride, il cristallino.
La più sofisticata attrezzatura consente di eseguire foto e registrazione di filmati delle patologie del segmento anteriore, molto utile nel caso di necessità di eseguire il monitoraggio di patologie croniche, come nel caso di nei congiuntivali o iridei. 
Nel caso di bambini e pazienti non collaboranti si utilizza la lampada a fessura portatile, che permette di eseguire l’esame in qualsiasi posizione.


 

MISURAZIONE DELL’ACUITA’ VISIVA

L’acutezza visiva di un soggetto esprime la capacità visiva raggiungibile da ciascun dei suoi occhi e si misura in decimi. L’acutezza visiva può essere valutata sia al naturale, senza l’ausilio di lenti, che con correzione. Si utilizzano delle tavole ottotipiche con lettere e numeri o, per soggetti che non conoscono le lettere, con le “E” di Albini o con immagini stilizzate di oggetti o animali. 
Viene anche eseguita  la valutazione automatica mediante auto refrattometro, per determinare in maniera obiettiva il potere delle lenti necessarie. 
Nel caso di bambini o di soggetti non collaboranti viene praticata la schiascopia.
La valutazione precisa della vista viene eseguita anche dopo esame in cicloplegia, utilizzando cioè colliri che bloccano la capacità dell’occhio di accomodare, mascherando così difetti visivi (sia con tropicamide, con ciclopentolato o atropina).


AUTOREFRATTOMETRIA COMPUTERIZZATA

Consente la determinazione automatica del difetto visivo, per ottenere una stima veloce e facile del difetto refrattivo dell’occhio analizzato.


Gonioscopia 
Esame che consente l’osservazione dell’angolo irido-corneale. Tale struttura è molto importante poiché garantisce il deflusso dell’umore acqueo; ogni sua alterazione può condurre ad una aumentata resistenza al deflusso ed eventualmente a patologie , come il glaucoma. Si usa una lente a contatto con l’occhio e la lampada a fessura.


ESAME  DEL FONDO OCULARE

Esso consente di studiare le strutture interne dell’occhio, quali il vitreo, i vasi retinici, la retina e il nervo ottico. Per facilitare l’esecuzione dell’esame e per consentire la visualizzazione della porzione più esterna della retina è necessario dilatare la pupilla.
L’utilizzo dell’ oftalmoscopio binoculare indiretto, grazie alla luce coassiale, permette di esplorare la periferia retinica in maniera ottimale.  Questo esame è fondamentale specialmente nei soggetti miopi, che hanno spesso uno spessore retinico ridotto e sono a rischio di formazione di rotture retiniche.


VISITA OCULISTICA PEDIATRICA

La visita oculistica nei bambini differisce da quella negli adulti solo per la metodica, ma non per le apparecchiature utilizzate. A seconda dell’età verranno eseguiti alcuni test specifici piuttosto che altri, poiché lo sviluppo delle capacità visive è progressivo.
La prima visita oculistica specialistica si dovrebbe effettuare entro il primo anno di vita, per valutare la capacità motoria oculare, l’eventuale deviazione o tendenza alla deviazione oculare, per valutare l’eventuale presenza di malattie che possono interferire con il processo di sviluppo in atto (cataratta, glaucoma, malformazioni retiniche) ed accertare la presenza di eventuali importanti difetti refrattivi. Durante tale visita non si quantificherà la capacità visiva del neonato in senso classico, ma si escluderanno problemi di una certa gravità che possono pregiudicare lo sviluppo visivo.
La visita successiva si esegue ai tre anni, per ricercare eventuali difetti di vista che nel frattempo possono essere insorti e che possono condurre, soprattutto se monolaterali, ad ambliopia. Infatti l’occhio pigro se non trattato conduce a difetti di vista invalidanti e permanenti e può essere trattato solo nella prima infanzia. 
L’altra visita di controllo sarà eseguita ai sei anni, cioè all’inizio della scuola, per stabilire l’eventuale necessità di correzione di difetti visivi (miopia, ipermetropia ed astigmatismo) mediante occhiali, eventuale correzione dello strabismo o la necessità di terapia ortottiche. Raramente i bambini lamentano un deficit della vista, ma segni indiretti possono far insospettire i genitori, come ad esempio il mal di testa, l’ammiccamento continuo, la stanchezza, il disagio in ambiente scolastico, come la disattenzione o l’apparire svogliato e poco interessato. 
Spesso i genitori si spaventano della reazione e della collaborazione del proprio figlio, ma nella maggior parte dei casi la pazienza e la curiosità del bambino sono elementi che consentono di portare a termine la visita.



VALUTAZIONE ORTOTTICA

L'ortottica (dal greco orthos = dritto, regolare, e optiché = visione, l'atto di vedere) è un insieme di tecniche eseguite per la valutazione dei deficit muscolari, innervazionali e sensoriali che colpiscono gli occhi (come lo strabismo, l’ambliopia, il deficit di convergenza)  e per stabilire la loro riabilitazione.
A tale scopo l’oculista viene affiancato da una figura professionale specializzata, l’ortottista, per poter garantire il miglior risultato in termini di terapia, sia ottica, che ortottica, che farmacologica o chirurgica.
Essa e’ fondamentale nei pazienti in età pediatrica, ma anche in età adulta è utile, poiché possono comparire disturbi motori oculari causati alla paralisi dei muscoli extraoculari (es. nel caso del diabete).
I test più comunemente utilizzati durante la valutazione ortottica sono: 
Il cover test (CT): mediante l’occlusione diretta (cover) od alternata (cover and cover) degli occhi rispetto ad una mira di fissazione (sia per lontano che per vicino) si valuta la presenza o meno di strabismo o di squilibri sensoriali di minore entità (esoforie-tropie/exoforie-tropie)

lo studio della motilità oculare: si osserva la motilità oculare in entrambi gli occhi nelle varie posizioni di sguardo facendo guardare al paziente una mira di fissazione.
Lo studio della stereopsi (Test di Lang, test di Titmus): mediante particolari tavole e a volte con l’uso di occhiali polarizzati, il paziente deve individuare e riconoscere alcuni disegni che appaiono in rilievo (in 3 dimensioni “come fossero veri”), rispetto al fondo. Questo esame fornisce indicazioni sul grado di collaborazione degli occhi e dell’armonico sviluppo della binocularità (in pratica se il paziente usa entrambi gli occhi contemporaneamente).
Il test di Worth: con dei filtri rosso/verde davanti agli occhi si fanno osservare al paziente 4 luci colorate per lontano e per vicino. Serve per valutare i problemi di fusione corticale dell’immagine o problemi di soppressione o diplopia.


TEST DI ISHIHARA

Test utilizzato per studiare la capacità di discriminare i colori. Esso è fondamentale per il riconoscimento del daltonismo.


TEST LACRIMALI

Il film lacrimale è una struttura molto complessa e la sua compromissione può determinare la comparsa di malattie della superficie corneale che spesso sono sottovalutati da medico e paziente.
Esistono diversi esami per la valutazione sia quantitativa che qualitativa del film lacrimale. Tra questi i più comunemente usati sono:

il Test di Shirmer, utilizzato per la determinazione quantitativa della secrezione lacrimale. Si esegue posizionando una strisciolina di carta assorbente nel fornice inferiore. Per la determinazione della secrezione lacrimale basale si somministra prima dell’esecuzione qualche goccia di anestetico;
il Break-up time (BUT), che misura il tempo che intercorre tra un ammiccamento palpebrale e la formazione di una macchia secca nel film lacrimale, mantenendo le palpebre aperte. E’ più facilmente evidenziabile con l’uso di fluoresceina e con l’uso di luce blu cobalto; è considerato anormale un tempo inferiore a 10 secondi.


TONOMETRIA OCULARE

Si tratta della misurazione della pressione intraoculare. Tale parametro è fondamentale nello studio, diagnosi e monitoraggio clinico del glaucoma. La tecnica utilizzata è quella ad applanazione mediante tonometro di Goldmann, considerato il metodo di riferimento per la valutazione del tono intraoculare.


TOMOGRAFIA A COERENZA OTTICA

Strumentocheutilizza la luce ad infrarosso per ottenere una sezione dei tessuti oculari. E’ particolarmente utile nel caso delle malattie della retina e in particolare la macula, poiché permette, senza alcun contrasto, in maniera indolore e veloce, di ottenere un’immagine “istologica” in vivo di tutti gli strati retinici. Viene inoltre utilizzato nel caso del glaucoma, per studiare lo spessore delle fibre del nervo ottico.
E’ utile anche nello studio dell’angolo irido-corneale e della cornea.



PACHIMETRIA CORNEALE

Consente di misurare lo spessore della cornea. Tale parametro è indispensabile per programmare i trattamenti laser a scopo refrattivo.
Inoltre viene utilizzata nello studio della malattia glaucomatosa,  per riconoscere gruppi con aumentato rischio di malattia.


TOPOGRAFIA CORNEALE
L’esame studia la superficie della cornea; consente di ottenere informazioni sulla regolarità e sulla curvatura della superficie corneale. Si ottengono delle mappa in falsi colori, in cui i colori freddi rappresentano le zone meno curve e i colori caldi quelle più curve.
Essa è indispensabile per la diagnosi e il monitoraggio clinico delle malattie della cornea, come il cheratocono, una malattia degenerativa della cornea. 
E’ utile nella valutazione dei pazienti interessati alla chirurgia refrattiva e nel controllo periodico di chi si è sottoposto al laser ad eccimeri. 
Si possono inoltre acquisire delle mappe aberro metriche, per studiare cioè le aberrazioni, ovvero le distorsioni che subiscono i raggi di luce, e quindi le immagini, nel loro passaggio attraverso l’occhio.


ECOGRAFIA BULBARE

 La tecnica utilizza gli ultrasuoni per la valutazione delle patologie del vitreo, della retina, della coroide e dei tessuti orbitari anche in presenza di opacità dei mezzi oculari. Ad esempio essa consente di controllare la retina in presenza di cataratte evolute che non permettono lo studio del fondo oculare.
Esistono diversi tipi di ecografia, che utilizzano sonde a frequenza diversa per dare informazioni differenti. In generale gli ultrasuoni utilizzati in oculistica rispetto ad altre specialità hanno una frequenza maggiore, per ottenere una minore penetrazione delle onde, considerata la posizione superficiale dell’occhio. 
Nel caso dell’ecografia B scan, si usa una sonda da 12 MHz, per ottenere una sezione acustica delle strutture dell’occhio e dell’orbita. 
Nel caso dell’ecografia A scan, si utilizza una sonda da 8 MHz che emette un singolo fascio non focalizzato di ultrasuoni per studiare gli echi di ritorno delle strutture in esame. E’ un esame ultraspecialistico che permette di migliorare la precisione di diagnosi della metodica, ma è più difficile da comprendere rispetto ad un esame ecografico B scan, poiché è formato da una serie di picchi ad altezza variabile a seconda del tessuto che incontrano. E’ molto utile nella diagnosi e follow-up delle patologie tumorali oculari.
L’esame ultrabiomicroscopico (UBM)  utilizza sonde da 50-100 MHz per visualizzare le strutture più anteriori dell’occhio, come la cornea, l’angolo irido-corneale, l’iride e i corpi ciliari, che in alcuni casi non sono visibili con altre metodiche.


BIOMETRIA OCULARE

Essa consente di misurare ecograficamente la distanza tra le diverse strutture oculari (es. la lunghezza dell’occhio, importante parametro dal studiare prima di un intervento di cataratta; la profondità della camera anteriore e lo spessore del cristallino, parametri da studiare nel caso del glaucoma ad angolo chiuso o stretto).


CAMPO VISIVO COMPUTERIZZATO

Esame che consente di visualizzare l’estensione del campo visivo oculare. L’apparecchio è costituito da una cupola posta davanti al paziente all’interno della quale vengono presentati degli stimoli luminosi di varia grandezza e intensità. Tutte le volte che il paziente vedrà la luce, dovrà schiacciare un pulsante collegato al computer. Alla fine dell’esame si otterrà un grafico che mostra l’ampiezza del campo visivo e le alterazioni e le riduzioni della sensibilità luminose.
Permette di studiare i danni alle vie sensoriali visive ed è particolarmente utile nella diagnosi e follow-up della malattia glaucomatosa.